MicroDanza di Philippe Kratz

In genere la danza si limita a rappresentare idee o stati d’animo attraverso la forma del corpo. Con questa MicroDanza il coreografo Philippe Kratz ha cercato di incrementare l’espressività del racconto immergendo il danzatore, come nell’esibizione della leggendaria Loïe Fuller, in un’ambiente di colori, scelti secondo la teoria del cerchio cromatico di Goethe (per esempio, il giallo è legato all’immagine del bon vivant e dell’amante, il viola è attribuito all’insegnante e al filosofo e così via).

Afterimage (cioè “l’immagine residua”, ovvero la permanenza sull’iride dei colori che abbiamo guardato fisso e a lungo) prende spunto da un racconto personale del performer che viene sviluppato su tre livelli che interagiscono tra di loro: la forma del movimento, l’atmosfera dell’esperienza sonora e il colore rappresentato dalle proiezioni videoanimate.

In questo caso però Afterimage si traduce anche come la permanenza di un ricordo vissuto davanti agli occhi che non riviviamo necessariamente cronologicamente, ma che ci rimane impresso come una sensazione nella quale ci addentriamo completamente.

Le linee fluide del danzatore si mescolano serenamente o stridono in contrapposizione con le proiezioni che rendono malleabile ed effimero allo stesso tempo il luogo fisico della scena, rigido e limitante nelle sue tre pareti bianche. E l’immaginazione individuale dello spettatore e della spettatrice è stimolata nella ricerca di segni di una storia che non viene esplicitamente raccontata, ma si manifesta “impressionisticamente” tra soli rossi e cubi viola.

Afterimage

Choreography and set design PHILIPPE KRATZ
Music PABLO’S EYE
Videodesign OOOPSTUDIO
Dancer THOMAS VAN DE VEN

A production FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA/ATERBALLETTO
co-production FONDAZIONE PALAZZO MAGNANI
within AN IDEAL CITY, public art project in partnership with LES HALLES DE SCHAERBEEK – BRUSSELS and GREEK NATIONAL OPERA – ATHENS, co-funded by the CREATIVE EUROPE programme of the European Union

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